Bologna e Parma le città più ricche in Emilia-Romagna. Terzo posto per Modena
Nel 2022 l’Emilia-Romagna si è confermata al terzo posto tra le regioni italiane, dopo la Lombardia e la Provincia Autonoma di Bolzano, per reddito imponibile medio pro capite, registrando tuttavia una crescita, rispetto all’anno precedente pari al 4,3%, inferiore alla crescita media nazionale (4,9%). E' quanto emerge dai dati delle dichiarazioni dei redditi presentate nel 2023 e pubblicati dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell'Economia. Non si può inoltre sottacere il fatto che l’andamento dell’inflazione nel corso di quell’anno ha registrato una crescita molto superiore, quasi doppia, essendosi attestata all’ 8,1% (indice NIC, prezzi al consumo per l’intera collettività, media nazionale). La crescita nominale dei redditi imponibili nasconde quindi un loro calo sostanziale, che riguarda però in modo particolare i redditi da lavoro dipendente e da pensione.
Se rapportato invece alle dichiarazioni dei redditi di 10 anni prima (anno 2012), l’imponibile medio pro capite risulta cresciuto in Emilia-Romagna del 17,8%, oltre un punto percentuale in più di quanto è avvenuto nella media nazionale. In questo caso si tratta di una crescita superiore a quella registrata dal tasso di inflazione, che nell’arco dei dieci anni considerati è stata del 14,9% (sempre prendendo a riferimento la media nazionale dell’indice NIC).
Rispetto al 2012 inoltre la regione Emilia-Romagna ha guadagnato una posizione in graduatoria, avendo superato il Lazio, attualmente quarto.Scendendo al dettaglio provinciale, l’imponibile medio pro capite va dagli oltre 25.000 € di Bologna e Parma, che a buon titolo possono essere considerate le province più ricche della regione, ai 19.600 circa di Rimini. Al terzo posto di questa graduatoria si colloca Modena, che ha avuto la crescita più sostenuta nei 10 anni precedenti (20,5%) e al quarto Reggio Emilia, che rimane sempre comunque su valori molto prossimi a quelli modenesi.
Tra le province meno “ricche”, oltre a Rimini, vanno annoverate anche Ferrara e Forlì-Cesena, su valori di imponibile medio tra di loro molto simili, attorno ai 21.500 euro. È chiaro che sarebbe sbagliato basarsi unicamente sulle dichiarazioni dei redditi per stabilire la ricchezza o la povertà degli abitanti di una provincia, essendo esse condizionate dal fenomeno dell’evasione, un fenomeno sempre molto rilevante, come rilevato dallo stesso Dipartimento delle Finanze del MEF, soprattutto in alcuni settori, come la ristorazione o la pesca solo per citare due esempi, ben presenti nei territori appena richiamati.
Al netto di questa necessaria attenzione, il reddito imponibile dichiarato può essere tuttavia considerato un buon indicatore della salute e dell’andamento dell’economia di un territorio. Considerando i comuni capoluogo di provincia si conferma anche in questo caso il primato di Bologna e Parma, anzi come comune capoluogo è quest’ultima a sopravanzare anche il capoluogo felsineo, con il comune di Modena che segue a distanza molto ravvicinata. In coda Rimini, mentre Ferrara come comune capoluogo si differenzia sensibilmente dal resto della sua provincia e si colloca sensibilmente al di sopra dei principali comuni della Romagna, compresa Ravenna.
A crescere maggiormente nel decennio 2012-2022 non è solo Modena, coerentemente all’andamento della sua provincia, ma anche Cesena, che come imponibile medio ha sopravanzato per la prima volta nel 2022 sia Forlì, sia Ravenna.
I comuni che registrano i redditi medi imponibili più elevati della regione non sono però quelli capoluogo e nei primi due casi, Albinea (RE) e Gazzola (PC), non rientrano neppure nell’ambito delle province mediamente più ricche. Questi due piccole località hanno in comune la forte crescita dei redditi imponibili registrata dal 2012 al 2022, largamente superiore al 30%. I due comuni successivi, San Lazzaro di Savena (BO) e Castelnuovo Rangone (MO), oltre ad essere di maggiori dimensioni per numero di abitanti, si collocano invece in province con redditi mediamente più alti. Solo al quinto posto di questa particolare graduatoria ritroviamo il primo comune capoluogo, quello di Parma, seguito in sesta posizione dal capoluogo regionale Bologna.
I comuni che registrano redditi imponibili più bassi condividono invece tra loro una dimensione demografica medio-piccola e in alcuni casi piccolissima, come Zerba (PC), che conta appena una settantina di residenti ed è il comune con meno abitanti di tutta la regione. Inoltre i 10 comuni con il reddito medio più basso ricadono ricadono quasi sempre negli stessi territori provinciali: in quello di Rimini in 4 casi, in quello di Piacenza in 3.
È interessante notare che alcuni di questi comuni, che si collocano nella fascia più bassa di redditi imponibili medi dichiarati, hanno tuttavia conosciuto nel decennio 2012-2022 una crescita rilevante di questo indicatore, con punte vicine o addirittura superiori al 30%.
Non è questo il caso di Goro (FE), la cui principale attività economica è notoriamente quella della pesca e dell’acquacoltura, che è il comune nel quale vengono dichiarati i redditi medi più bassi di tutta la regione e che è uno degli 8 comuni italiani, tutti del nord, che non arrivano a 10.000 euro medi pro capite.
L’Emilia-Romagna può vantare, rispetto alla media nazionale, una percentuale sensibilmente più bassa di redditi annui inferiori ai 15.000 euro (il 31,1% contro il 38,0%), nonché una quota più elevata di contribuenti che dichiarano un reddito superiore a 75.000 € annui (3,3% contro 2,9%).
Tra le province spicca il dato di Rimini, che ha registrato una percentuale di dichiarazioni da zero a 15.000 euro pari al 41,3%, superiore non solo alla media regionale ma anche a quella nazionale. Degni di essere sottolineate sono anche, sul fronte opposto, le elevate percentuali di contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro nelle province di Bologna e Parma. Supponendo che una maggiore concentrazione di contribuenti nelle fasce di reddito che vanno da 15.000 a 55.000 euro annui possa essere considerata indicativa di una maggiore equità nella distribuzione dei redditi, sicuramente la regione Emilia-Romagna presenta una condizione migliore rispetto alla media nazionale (60,7% contro 54,2%) e le province di Modena e soprattutto Reggio Emilia superano anche quelle, complessivamente come abbiamo visto più “ricche”, di Bologna e Parma. Anche in questo caso il dato di Rimini si stacca, in negativo, da quelli delle altre province.
Nei comuni capoluogo è di solito più bassa, rispetto alle medie provinciali, la quota dei contribuenti con dichiarazioni fino a 15.000 euro, con l’eccezione non secondaria del comune di Bologna, mentre al contrario è normalmente più alta la percentuale di contribuenti che hanno dichiarato oltre 75.000 euro lordi annui. Di conseguenza cala, ma non nei comuni della Romagna, la percentuale di coloro che stanno nella fascia intermedia dai 15.000 ai 55.000.
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