TEDx Mirandola, il racconto della giornata: dalla resilienza di Chiara Malavasi, fino alle foto di Alessandro Bergamini, tutti i dettagli sulla rassegna
MIRANDOLA - Nove relatori, nove punti di vista, nove angolazioni diverse a proposito di un unico tema. "Matters of life", la prima rassegna di conferenze "brandizzata" TED nella città dei Pico, si è conclusa con un applauso scrosciante, che ha decretato il successo di un evento ben costruito, autenticamente capace di rappresentare a tutto tondo una questione fondamentale (quindi, complessa) come quella proposta. Esperienze, saperi, visioni, si sono alternate sul palco dell'Auditorium Montalcini, contribuendo a creare un mosaico ricco, in fin dei conti una vera e propria raccolta antologica di vissuti.
Il primo intervento è stato affidato a Chiara Malavasi, la giovanissima ballerina cavezzese che, nonostante la tragica scomparsa della madre a seguito del sisma del 2012, ha saputo costruirsi una carriera di alto profilo: dopo gli studi presso l'English National Ballet School di Londra, Chiara è infatti stata ingaggiata da un'importante compagnia di ballo rumena, con la quale si è esibita in tutto il mondo (QUI la sua intervista). "Non smette di sognare", ha esortato la danzatrice, "io ho lottato per i miei sogni e sono riuscita a realizzarli. Non arrendetevi alle prime difficoltà, perseverate!".
Una storia di resilienza, quella di Chiara, alla quale è succeduto il monologo dell'avvocata Elisabetta Aldrovandi, docente di criminologia a presidente dell'Osservatorio Nazionale di Sostegno alla Vittime. "Ogni giorno impieghiamo la forza per affrontare la quotidianità," spiega la legale, "ma quando questa si trasforma in prevaricazione dell'altro, allora occorre intervenire. Viviamo in uno stato di diritto, abbiamo tutti gli strumenti per poter contrastare fenomeni come il femminicidio o le violenze sui bambini. Vicende come quelle di Gina Stella (ndr, l'assistente socio sanitaria nel 2016 violentata da un paziente del centro di salute mentale presso il quale era impiegata) non devono ripetersi."
Ampio l'excursus scientifico, con gli interventi di tre luminari in materia di medicina e nuove tecnologie: a inaugurare il filone, Massimo Dominici, professore ordinario di oncologia presso l'Università di Modena. Dominici ha proposto un interessante parallelismo fra i due significati di "cellulare", illustrando come tecnologie quali il 4G e l'HD abbiano un ruolo determinante nella lotta alle patologie tumorali. "Grazie alla tecnologia 4G, possiamo creare linfociti in grado di accerchiare e distruggere le cellule neoplasiche in novantasei ore", spiega il professore. A illustrare vantaggi e sfide relativi all'intelligenza artificiale, collegata in videoconferenza, Rita Cucchiara, collega di Dominici presso l'ateneo modenese e titolare della cattedra di Sistemi di Elaborazione delle Informazioni. Ha chiuso invece il domaine scientifico Alessia Cavazza, esperta di malattie pediatriche rare.
Spazio all'anima motoristica della provincia, con la conferenza di Maurizio Reggiani. direttore del ramo ricerca e sviluppo Lamborghini. "I cambiamenti climatici impongono un progressivo addio alla CO2", riflette il Chief Technical Officer, "quindi il concetto tradizionale di automobile va rivalutato. Lamborghini è un marchio che ha sempre saputo innovare, dobbiamo continuare a farlo anche in questo frangente. Certo, una macchina è emozione, soprattutto se si tratta di un modello sportivo: con l'elettrico, il rombo del motore viene meno, la prestazione cambia. Occorre fare i conti con questi elementi, ma parafrasando Il Gattopardo, se tutto vogliamo che rimanga com'è, bisogna che tutto cambi".
Non è mancata nemmeno una parentesi dedicata alle lingue straniere: Norma Cerletti, celeberrima insegnante d'inglese (capace di raccogliere sui social oltre un milione di followers), ha tenuto il proprio monologo interamente nell'idioma di Shakespeare, insistendo sul valore dell'errore nei processi di apprendimento. "Sono solita affermare che o si vince, o si impara", afferma la ventottenne, "quindi l'errore è fondamentale: basta segnacci rossi e demonizzazione degli sbagli, l'apprendimento è un percorso che richiede tempo."
Suggestivo l'intervento di Alessandro Bergamini, fotografo finalese che ha girato il mondo per ritrarre i volti di popolazioni "a rischio scomparsa". Accompagnato da alcuni degli scatti raccolti nel volume Humanity, Bergamini ha raccontato come si instauri un legame speciale fra colui che dimora dietro l'obiettivo e il soggetto ritratto: "Mi interessano le popolazioni la cui cultura è messa a rischio dalla globalizzazione. Ritengo che la diversità sia un fattore da valorizzare, in ogni suo aspetto: la diversità è bellezza ed è anche intorno a noi. Osservo sempre con grande attenzione gli anziani che giocano al bar, le signore che fanno la sfoglia: sono l'espressione di un substrato culturale che tende a scomparire, ma che risiede fortemente nella nostra realtà. La mia attività non si ferma però alla fotografia. Mi occupo di basket inclusivo, che è un ottimo modo per valorizzare le caratteristiche di ciascuno".
A chiudere la rassegna, l'intervento della sessuologa Greta Tosoni (ne abbiamo parlato QUI).
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