Medolla e il successo dell’educazione ambientale in video-pillole
MEDOLLA - Nelle scuole primarie e secondarie di primo grado Educazione all'ambiente e alla sostenibilità è una disciplina riconosciuta che, a Medolla, si snoda in una serie di progetti e attività all'aperto nell'oasi di San Matteo.
Con l'avvento inaspettato e spiazzante del Coronavirus e il conseguente lockdown il contatto diretto tra i bambini e ragazzi delle scuole e la natura dell'oasi è venuto meno, o meglio dire, ha mutato forma, canale e modalità di apprendimento: si è trasformato in video-pillole. Di seguito proponiamo l'intervista ad Elisa Tavernari, volontaria e responsabile dei progetti scuola dell'oasi di San Matteo di Medolla che, in sinergia con le maestre delle scuole di Medolla e alcune di Cavezzo e Mirandola, ha creato un ponte virtuale tra la vita degli abitanti dell'oasi e la vita degli alunni in quarantena.
"Con questi progetti di educazione ambientale - spiega la volontaria - si vuole valorizzare un luogo, che è il nostro territorio. Lo si fa conoscere con tutti i suoi animali, le sue piante, in modo da far nascere nei bambini amore, conoscenza e di conseguenza rispetto. Durante il lockdown le nostre attività non si sono fermate: i progetti ambientali che avevamo in programma con le scuole di Medolla sono stati portati avanti "a distanza" grazie alla realizzazione di veri e propri video. Lezioni, attività manuali e scientifiche,esperimenti, all'interno dei video abbiamo mostrato la vita dell'oasi, una quotidianità che non si è interrotta ma che ha continuato il suo ciclo. Ad esempio, per il progetto inerente al tema della vita di un albero morto abbiamo filmato con il telefonino la corteccia dell'albero, abbiamo smosso la terra vicino alle radici e mostrato gli insetti che si trovavano nel sottosuolo, e così i funghi, i muschi etc. Abbiamo raccontato storie sotto Maestro Albero e assegnato esperimenti da fare con ciò che si poteva trovare nelle case dei bambini, come semi, terriccio o scarti di verdure, cose di questo tipo".
"E' piaciuto molto ed è stato molto importante - prosegue la Tavernari - Durante il lockdown molti bambini non hanno avuto la possibilità di avere un seppur minimo contatto con l'ambiente esterno tramite giardini o balconi e rimanevano incantati di fronte alla natura dell'oasi, ai suoi animali, al colore delle foglie che cambiava. Tutto questo gli mancava ed è diverso dal guardare un documentario magari sulla savana o sui leoni dell'Africa: l'oasi di San Matteo è un ambiente che conoscono, che visitavano periodicamente con la scuola, che è loro vicino. Nel nostro piccolo siamo riusciti a mantenere questa relazione tra i bambini e l'oasi ma anche tra noi volontari e le maestre".
La volontaria conclude: "Crediamo molto in un'educazione ambientale che parte dalla conoscenza e di conseguenza dal rispetto e dall'amore verso il nostro territorio. E' un passaggio che è necessario fare: un bambino che comincerà ad amare il nostro territorio sin da giovane è un bambino che lo rispetterà sempre, anche da adulto".
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