Oggi si vota per il referendum e, a Novi e a Bomporto, per il sindaco
Oggi si vota per il referendum e, a Novi e a Bomporto, per il sindaco. Si vota in un solo giorno (election day) dalle 7 alle 23. Le operazioni di scrutinio per i referendum si svolgeranno appena concluse le operazioni di voto, ossia a partire dalle 23 di questa sera. Per i comuni interessati anche alla consultazione amministrativa lo spoglio delle schede inizierà, invece, alle 14 di domani.
Sono più di mezzo milione i cittadini modenesi chiamati oggi alle urne per dire la loro su cinque quesiti referendari riguardanti la giustizia. Circa 5 mila elettori tra Novi e di Bomporto si esprimeranno anche per scegliere sindaco e consiglieri comunali.
Le amministrative
A Bomporto sono in campo Tania Meschiari (lista di centrosinistra “Bomporto, Solara, Sorbara insieme”), Laura Gelatti (lista di centrodestra "Noi per Bomporto") e Salvatore Milone (corre con la lista civica “Idee in Movimento per Bomporto e frazioni”). A Novi bisogna scegliere se confermare il sindaco uscente, il civico Enrico Diacci, oppure il contendente di centrosinistra Marco Ferrari. Nella votazione per i comuni ogni elettore traccia il segno sul candidato sindaco preferito e può esprimere una o due preferenze. Ma se esprime due preferenze, allora devono essere obbligatoriamente a favore di un uomo e una donna, pena l’annullamento di entrambe le preferenze.I referendum
I quesiti sui quali siamo chiamati ad esprimere il nostro voto sono cinque, ognuno dei quali sarà associato ad una scheda elettorale di diverso colore. Importante, poi, chiarire che si tratta di un referendum abrogativo: di conseguenza, votando sì, dichiareremo di essere a favore dell'abrogazione della norma in questione, mentre votando no ci schiereremo per il mantenimento della norma. Perchè vinca il sì, e dunque le norme in questione vengano abrogate, non basta che la maggior parte dei votanti si esprima in questa direzione, ma è necessario il raggiungimento del cosiddetto quorum: il 50% +1 degli aventi diritto al voto, dovrà, quindi, aver partecipato al voto. I cinque quesiti 1. Legge Severino (scheda rossa) Il quesito riguarda l’abrogazione delle norme sull’incandidabilità contenute nella legge nota appunto come Legge Severino. Nel dettaglio, la legge prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza dalla carica per i politici (tutti: dai parlamentari agli amministratori locali) condannati in via definitiva per alcune tipologie di reati contro la pubblica amministrazione, escluse le fattispecie colpose. I promotori del referendum contestano in particolare la parte della legge che prevede la sospensione per gli amministratori locali dopo la sola sentenza di primo grado, senza bisogno di attendere Appello e Cassazione. 2. Limitazione delle misure cautelari (scheda arancione) Il quesito riguarda appunto l'ambito delle misure cautelari applicate durante i processi penali (per esempio arresti domiciliari, carcere, divieto di espatrio, divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa nel caso di stalking). Il quesito propone di eliminare il «pericolo di reiterazione del medesimo reato» (ovvero il pericolo che chi sta venendo processato per un determinato reato possa nuovamente commetterlo nel periodo di tempo in cui viene portato avanti il processo) dai criteri in base ai quali determinare la misura cautelare.. 3. Separazione delle funzioni tra magistrati e pubblici ministeri (scheda gialla) Il quesito riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati. La questione parte dalla possibilità, una volta superato il concorso in magistratura, di intraprendere due differenti carriere: quella di pubblico ministero (accusa), e quella di giudice. Il quesito del referendum ha lo scopo di separare definitivamente i due percorsi: il magistrato sceglierebbe una strada all’inizio della sua carriera e seguirebbe sempre quella. Con la vittoria del sì, in particolare, verrebbero abrogate le norme che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa: in altre parole, quelle norme che consentono il passaggio da giudice a pubblico ministero e viceversa. 4. Valutazione dei magistrati (scheda grigia) Nel sistema giuridico italiano esistono i consigli giudiziari, organi che si occupano delle valutazioni dei magistrati, che successivamente vengono sottoposte al Consiglio Superiore della Magistratura (Csm). Oltre a magistrati, fanno parte di questi consigli giudiziari anche avvocati e professori universitari: solo i magistrati, però, firmano i giudizi di merito. I promotori del referendum vorrebbero allargare a avvocati e professori universitari l’onere di partecipare a queste valutazioni. 5. Elezione dei membri del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm) (scheda verde) Nell'ordinamento giuridico italiano il Consiglio superiore della magistratura (Csm) è l’organo che si occupa di assegnare incarichi ai magistrati, definire i loro trasferimenti, nominare i membri della Cassazione e gestire i procedimenti disciplinari. Da quanti membri e da chi è composto il Csm? Il Csm è composto da 27 membri ed è presieduto dal presidente della Repubblica. Oltre al presidente della Repubblica, altri due membri entrano di diritto nel Csm, entrambi appartenenti alla Corte di Cassazione. Gli altri 24 membri, invece, vengono eletti: 16 magistrati (membri togati), e 8 tra professori di materie giuridiche e avvocati con almeno 15 anni di professione, scelti dal Parlamento. In base alle norme attuali, un magistrato che punta ad essere eletto al Csm deve raccogliere almeno 25 firme di altri magistrati. Questo sistema, secondo i promotori del referendum, lascia troppo potere alle correnti in cui è diviso il “sindacato” dei magistrati, l’Anm. Nel referendum viene proposto di abrogare quella norma che prevede il numero minimo di firme di altri magistrati da raccogliere per "candidarsi" a far parte del Csm.LEGGI ANCHE
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