Ambulanze attrezzate, elisoccorso e il numero di telefono di un’ostetrica. Ecco l’alternativa al Punto Nascita di Mirandola
MIRANDOLA - Ambulanze attrezzate, elisoccorso e il numero di telefono di un'ostetrica. Ecco l'alternativa al Punto Nascita di Mirandola per le mamme della Bassa che non potranno più contare su questo servizio. Carpi, Pieve di Coriano, Modena rimangono attivi e ben contenti di alzare il loro numero di nascituri facendo nascere i figli della Bassa, ma se c'è una urgenza farsi 30 chilometri invece di 2 cambia molto. Rassicurazioni però arrivano dall'Ausl: "A Mirandola e i trasporti di emergenza-urgenza funzionano, poi oggi esiste una disponibilità aggiuntiva dell'elisoccorso che prima non c'era. Peraltro oggi, si è sviluppata un'altissima competenza nei trasporti di mamme e neonati, con protocolli ad hoc, in quanto le situazioni critiche vengono già gestite al centro di terzo livello, vale a dire il Policlinico".
In seguito alla decisione dell'Ausl di Modena di sospendere momentaneamente, senza indicare una data di riaprrtura, l'attività di travaglio/parto del punto nascite dell'ospedale "Santa Maria Bianca" di Mirandola, la direttrice del Dipartimento materno-infantile dell'Azienda USL di Modena, Cristina Galassi, ha accettato di rispondere ad alcune domande sulla sospensione dell'attività:
Sospensione senza data di riapertura del punto nascite di Mirandola. E' un eufemismo per indicare la chiusura o l'ipotesi di una riapertura è in campo?
"La sospensione non è stata una scelta tra diverse opzioni, ma una necessità perché noi professionisti, a partire dal Direttore dell'Unità operativa Alessandro Ferrari, abbiamo comunicato alla Direzione aziendale che con la dotazione di personale medico presente non sussistevano condizioni idonee sia dal punto di vista clinico e del rischio, sia dal punto di vista della continuità assistenziale necessaria a garantire la corretta presa in carico delle pazienti nel momento del travaglio-parto. Attualmente infatti rimane, come personale dipendente a Mirandola, solo il primario più un altro ginecologo a orario parziale (per motivi personali), quando sarebbe di 7 professionisti la dotazione necessaria. L'Azienda però continua a cercare personale con l'obiettivo di ripristinare l'organico per poter ridare slancio alle varie attività".
Se la riapertura è legata alla futura assunzione di uno o più ginecologi, come si gestirà il personale del Punto nascita rimanente? I professionisti saranno spostati su Carpi o "prestati" ad altri dipartimenti e poi fatti rientrare a Mirandola?
"Il personale di Mirandola rimane a Mirandola e continua a lavorare alle fasi di pre e post parto prendendo in carico le donne: dal pre-parto al post parto, subito dopo la dimissione dall'ospedale, garantiremo accompagnamento e personalizzazione del percorso. E poi non dimentichiamo che un reparto di Ostetricia e Ginecologia non è solo Punto nascita: i ginecologi in collaborazione con il territorio ed il personale ostetrico garantiscono infatti anche l'assistenza alle donne non gravide e l'attività chirurgica, che è una parte integrante dell'attività. Ci sarà tantissimo da fare e da potenziare, dalla attività ginecologica ivi compresa l'attività chirurgica, appunto, anche per ridurre le liste d'attesa, al percorso nascita che rimane tutto sul territorio, grazie alla forte integrazione che esiste tra Consultorio e Ospedale".
Se le graduatorie andranno ancora deserte, come si gestirà strutturalmente la mancanza di questi professionisti?
"Dobbiamo prendere atto della carenza di questi professionisti a livello nazionale, auspicando che l'aumento delle borse di specializzazione ci dia nuovi ginecologi ma è un effetto che avremo tra almeno 5-6 anni. Non dimentichiamo che la medicina e di conseguenza le scuole di specialità oramai sono prevalentemente scelte dalle donne; abbiamo avuto diverse maternità e se da un lato dobbiamo dare la possibilità a queste professioniste di vivere appieno questo momento della loro vita, d'altro è necessario porre questa variabile nel computo del turnover degli organici. L’Ausl ha garantito che continuerà a lavorare per il reperimento di personale, percorrendo più strade: concorsi pubblici ripetuti in corso d’anno, bandi sempre aperti, graduatorie di concorso di altre aziende regionali, contratti di libera professione o per specializzandi, accordi con professionisti di Azienda Ospedaliero –Universitaria e Ospedale di Sassuolo per turni di attività aggiuntiva e acquisizione di personale tramite cooperative che necessità però del supporto funzionale dei professionisti strutturati. Occorre comunque costituire un organico possibilmente stabile che garantisca continuità all'interno e all'esterno dell'Unità Operativa. Non si può infatti pensare che il nucleo centrale del Punto nascita sia costituito da una rete di operatori costantemente differenti, né possiamo chiedere ai nostri professionisti più di quanto già fanno (e hanno fatto).
Non spetta ai sanitari o alle Ausl effettuare scelte politiche. Eppure la chiusura del Punto nascita di Mirandola appare nei suoi effetti decisamente una scelta politica, discriminando tra cittadine della stessa provincia che adesso avranno un servizio in meno. Perchè, ad esempio, su una decisione così delicata si è scavalcato tutti i Comuni e non è stato consultato il Governo e si è deciso tutto da soli?
"Non abbiamo scavalcato la politica, né qui è in discussione una scelta dell'azienda di offrire meno servizi, non stiamo discriminando: è una questione di qualità e sicurezza dell'assistenza. Non possiamo correre dei rischi sulla sicurezza delle donne e dei bimbi e non possiamo porre i nostri professionisti in una condizione di non sostenibilità dell'attività. Le donne continuano ad essere assistite sul territorio nel pre e post parto, mentre il parto viene sempre più spesso scelto dalle donne, anche per ragioni cliniche, presso punti nascita che assistono volumi di parti sopra i 1000 all'anno. Teniamo conto che le gravidanze fisiologiche sono sempre meno e anche che sempre di più le donne in autonomia scelgono il punto nascita. Sono informate e attente sui temi della qualità e della sicurezza della gravidanza e del parto. Anche nel bacino mirandolese, che pure ha un certo numero di donne residenti e di nati ogni
anno – intorno ai 590-600 –, il 70% circa delle gravide è considerato a rischio di sviluppare complicanze; solo la parte restante, circa 200 parti, può essere considerata fisiologica, come infatti mostrano anche i dati del Punto nascita di Mirandola, che ha avuto quest’anno 238 parti".
I pazienti, le donne ed i neonati della Bassa che hanno il diritto di ricevere la migliore assistenza perinatale possibile esattamente come gli altri residenti modenesi, come dovranno organizzarsi? Come garantirete loro le prestazioni necessarie con la più qualificata professionalità, la idonea tempestività, la maggiore appropriatezza ed il tutto nella sicurezza più assoluta per la loro salute?
"La domanda pare porre in dubbio la garanzia di questi obiettivi, ma così non è. Tutto il resto del percorso nascita continua a essere garantito a Mirandola, con la stessa professionalità, tempestività, appropriatezza. Un passaggio vorrei fare sulle donne a termine che in questi giorni particolari di passaggio sono monitorate costantemente (con ben tre diversi tipi di monitoraggio), dalle ostetriche del consultorio e del Punto nascita che continuano a seguirle nelle varie fasi. Le cartelle della gravidanza vengono condivise con il Punto nascita provinciale scelto e così avverrà per tutte le donne del Distretto seguite dai consultori e dai libero-professionisti. Dopo la dimissione ci sarà la presa in carico da parte dell’ostetrica che assisterà mamma e bimbo nella prima settimana dopo il parto: le donne ritornano sul territorio è lì infatti che la rete deve funzionare; da tempo i nostri servizi, consultorio e ospedale, lavorano insieme in maniera integrata".
Avete richiesto miglioramenti della viabilità di collegamento della Bassa con l'ospedale di Carpi? Avete previsto l'attivazione di qualche servizio speciale nei casi di chiusura dei ponti sul Secchia che regolarmente isolano la Bassa verso il territorio carpigiano?
"Non entro sulla viabilità. Posso dire che ho lavorato tanti anni a Mirandola e i trasporti di emergenza-urgenza funzionano, poi oggi esiste una disponibilità aggiuntiva dell'elisoccorso che prima non c'era. Peraltro oggi, si è sviluppata un'altissima competenza nei trasporti di mamme e neonati, con protocolli ad hoc, in quanto le situazioni critiche vengono già gestite al centro di terzo livello, vale a dire il Policlinico".
Cosa succederà al Pronto soccorso pediatrico dell'ospedale di Mirandola? Chiuderà, sarà ridotto, sarà rafforzato? Sarà presente h24 un ginecologo o una ostetrica o entrambi?
"Non abbiamo modifiche sostanziali sul Pronto Soccorso. La presenza ostetrica al Punto nascita rimane e anche l'Osservazione breve intensiva pediatrica. In PS le urgenze saranno indirizzate verso il contesto più appropriato così come avviene ovunque su tutta la rete. Ma soprattutto abbiamo un numero di telefono sempre attivo, 0535 602247, che garantisce un collegamento diretto con l’Ostetrica presente h24, che svolgerà una funzione di accoglienza e supporto offrendo alle donne che dovessero manifestare dubbi o urgenze un orientamento nei percorsi".
Cosa accadrà a una mamma incinta che arriva al Pronto soccorso più vicino a casa sua, Mirandola? Chi deciderà il da farsi? Un medico generico? E se al Pronto Soccorso non c'è un medico a disposizione, deciderà un infermiere?
"La stessa cosa che succede a una gravida che arriva a Vignola o in contesti dove non vi è un punto nascita attivo: viene indirizzata o trasportata nel contesto più appropriato alla sua condizione a partire dalla valutazione fatta in PS. Oltre alla possibilità per le donne di telefonare direttamente per parlare con l'ostetrica. E comunque le donne devono sapere che siamo tutti in rete, il medico di Pronto Soccorso sa a chi fare riferimento su casi difficili, i dipartimenti materno-infantili si parlano, i professionisti si parlano. Una rete che cresce e viene modulata e perfezionata di giorno in giorno".
Purtroppo ogni parto conserva inevitabilmente una quota, seppur minima, di rischio ed eventi imprevedibili sono sempre possibili: un certo numero di gravidanze inaspettatamente possono complicarsi durante l’ultima fase espulsiva del parto, e arrivare in tempo in una struttura sanitaria attrezzata fa la differenza. Cosa consigliate di fare a una mamma di San Felice o di Mirandola o di Camposanto che ha già avviato la fase espulsiva?
"La donna gravida che capisce di essere in una fase avanzata del travaglio parto è bene che attivi il 118 in quanto gli operatori dell'emergenza-urgenza sono assolutamente addestrasti per assisterla al meglio e trasportarla velocemente e in sicurezza presso il punto nascita più vicino. Vorrei precisare, "rispetto alla fase espulsiva già avviata", che il cosiddetto "parto precipitoso" può avvenire ovunque e in qualsiasi momento e spesso sui giornali li leggiamo: avvengono per strada, in ambulanza, al supermercato e quasi mai si arriva in tempo in ospedale. Va detto però e ricordato che questi parti raramente hanno esiti negativi".
Avete previsto, e se sì, quando partiranno, percorsi qualificanti per identificare le situazioni a rischio che devono essere centralizzate, per garantire nella Bassa un valido programma di assistenza perinatale?
"Esiste già un valido percorso di assistenza perinatale, per favore non facciamo pensare che il personale faccia "solo nascere dei bambini" o che in Pronto soccorso non sappiano accogliere le donne. A Mirandola ci sono professionisti validissimi. Certo intensificheremo il monitoraggio per non lasciare sole le donne e intervenire prontamente soprattutto in questa fase in cui non tutte conoscono ancora i percorsi.
Ci dicono che a rendere meno attrattivo il nostro ospedale sono proprio le ridotte dimensioni, che non garantiscono una ottimale crescita professionale a giovani desiderosi di formarsi efficacemente. Eppure a Cento, cittadina poco distante di analoga dimensione, l'equipe ostetrica è la stessa dal 2012. Perchè invece a Mirandola c'è stato quel che sembra un fuggi fuggi di professionisti e non si trova un ginecologo che voglia venirci a lavorare?
"Negli anni si è portato avanti questo messaggio sul depotenziamento che non credo trovi riscontro nei fatti: a Mirandola ci sono ottimi reparti e ottimi professionisti che lavorano in un contesto organizzativo-assistenziale che ha certe caratteristiche e finalità. Questa è la rete: oramai non possiamo pensare che tutti facciano o debbano fare tutto; ogni organizzazione ed elemento della rete è importante e funzionale alla rete medesima anche se fa cose diverse. Non vi sono dei più e dei meno qualitativamente. Poi è vero che in una carenza generalizzata il professionista sceglie, e sceglie spesso contesti assistenziali con casistiche più numerose e complesse composti da un numero di professionisti maggiore e requisiti di struttura maggiormente tutelanti. Questo specie se si è chiamati a gestire casistiche e/o patologie complesse. Da questo punto di vista sottolineo ancora una volta che la salute di madre e neonato va garantita massimamente, sempre e a tutte le donne e che i nostri contesti assistenziali devono muovere da questo assunto in tutte le fasi del percorso nascita. Questo deve essere il primo impegno per professionisti ed amministratori sanitari e locali. Relativamente alla viabilità: certo può non aiutare ma è così anche per altri contesti si pensi alla montagna dove impatta ugualmente la carenza di professionisti. L'Ausl tra le altre cose, ha previsto una incentivazione economica per chi sceglie di lavorare in queste due aree della provincia".
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