Il punto sul caso Alice Neri dopo l’interrogatorio di Mohamed Gaaloul
CONCORDIA, RAVARINO - Ad oltre un mese e mezzo di distanza dal giorno del ritrovamento del cadavere carbonizzato di Alice Neri, proseguono le indagini degli inquirenti per chiarire quanto accaduto nella notte tra il 17 e il 18 novembre. Il principale sospettato per l'omicidio della 32enne ravarinese resta Mohamed Gaaloul, 29enne di origini tunisine arrestato in Francia, in esecuzione di un mandato di cattura europeo, lo scorso 14 dicembre e che ora, dopo l'estradizione in Italia, si trova nel carcere di Modena.
La versione di Mohamed Gaaloul
Nella giornata di giovedì 5 gennaio, si è svolto al carcere Sant'Anna l'interrogatorio di garanzia di Mohamed Gaaloul, il quale, però, come rivelato dal suo avvocato, Roberto Ghini, dopo aver rilasciato una dichiarazione spontanea, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stando a quanto affermato dal suo legale, Mohamed Gaaloul avrebbe però spiegato di essersi trovato in Francia al momento dell'arresto per motivi lavorativi e di non essere, dunque, fuggito dall'Italia dopo il ritrovamento del corpo di Alice Neri. Gaaloul avrebbe, infatti, presentato i propri documenti alla frontiera: elemento che, secondo il suo avvocato, non farebbe pensare ad un tentativo di fuga. Dal momento della consegna di Mohamed Gaaloul all'Italia, la sua difesa ha tempo dieci giorni per presentare ricorso al Tribunale della Libertà in merito ad una sua scarcerazione e l'avvocato del 29enne tunisino, pur spiegando di dover attendere di visionare le immagini delle telecamere utilizzate dagli inquirenti durante le indagini prima di stabilire la strategia difensiva, ha lasciato intenedere che è probabile che il ricorso venga presentato.Le indagini
Dal canto loro, i pm Claudia Natalini e Giulio Amara, che si stanno occupando delle indagini relative alla morte di Alice Neri, avevano parlato di importanti indizi di colpevolezza nei confronti di Mohamed Gaaloul, che avevano portato al mandato di cattura europeo e al successivo arresto in Francia. In particolare, l'elemento noto più importante consiste nei filmati delle telecamere del bar di Concordia dove Alice Neri ha trascorso la serata di giovedì 17 novembre in compagnia di un collega di lavoro. I filmati, infatti, mostrerebbero Mohamed Gaaloul arrivare al bar in bicicletta intorno alle 3 del mattino di venerdì 18 novembre, circa mezz'ora prima, cioè, che Alice salutasse il collega e si avviasse verso la propria auto. Poi, mentre l'auto di Alice rimane ferma alcuni minuti dopo che la donna è salita a bordo, le telecamere riprenderebbero Mohamed Gaaloul mentre si muove a piedi in una direzione compatibile con quella in cui si trova la macchina di Alice Neri, anche se le immagini non mostrerebbero distintamente un incontro tra i due. Le telecamere, però, non avrebbero ripreso la bicicletta con cui Mohamed Gaaloul era arrivato al bar andarsene, elemento che farebbe pensare che l'uomo si possa essere allontanato dal locale con un altro mezzo. Lo stesso Gaaloul, in un'intervista, aveva ammesso di aver chiesto un passaggio ad una donna bionda che non conosceva. Se, fino a questo punto, le cose sembrano abbastanza chiare, da qui in poi non ci sono più certezze: cosa è successo, dunque, tra le 3.40, orario in cui la macchina di Alice Neri riparte dal bar di Concordia, alle 7 della mattina successiva, orario in cui sarebbe stata data alle fiamme con all'interno del bagagliaio il corpo della stessa mamma ravarinese? A fare luce su quanto avvenuto potrebbe essere un chip del telefono di Alice Neri ritrovato nei resti dell'auto carbonizzata della giovane. Quel chip, ora nelle mani dei Ris di Parma che stanno provando a recuperare informazioni potenzialmente rilevanti per le indagini, avrebbe già rivelato alcune ricerche compiute da Alice Neri nella notte tra il 17 e il 18 novembre: avrebbe prima inserito come destinazione il suo di indirizzo di casa a Ravarino e poi avrebbe cercato Vallalta, frazione di Concordia dove Mohamed Gaaloul risiedeva con la moglie.Testimonianze
A complicare il quadro delle indagini, ci sarebbero poi alcuni testimoni, emersi nelle scorse settimane. In particolare, un testimone, presente al bar di Concordia quella notte, avrebbe affermato di aver visto Alice e Mohamed scambiarsi un bacio, mentre la giovane ravarinese si trovava già a bordo della propria auto, dopo essere uscita dal bar. Questo racconto ha fatto pensare che potessero conoscersi, elemento negato da Gaaloul nell'intervista rilasciata prima dell'arresto avvenuto in Francia. Un altro testimone, invece, avrebbe affermato di aver visto il 29enne tunisino recarsi a casa di alcuni parenti la mattina del 18 novembre con la giacca sporca di olio. Proprio una tanica di olio esausto potrebbe essere stata usata come accelerante per appiccare l'incendio che ha carbonizzato l'auto e il corpo di Alice Neri nelle prime ore di quella mattina. LEGGI ANCHE:- Caso Alice Neri, Mohamed Gaaloul si è avvalso della facoltà di non rispondere
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