Aimag, Rifondazione comunista: “Bene il ricorso al Tar da parte di 11 Comuni”
"Apprendiamo dalla stampa che 11 Comuni soci di AIMAG SPA (sette modenesi e quattro mantovani) venerdì 4 agosto hanno presentato un ricorso al TAR dell’Emilia-Romagna contro la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, avvenuta lo scorso 29 giugno. Vale la pena di ricordare che l’attuale CdA è stato di fatto imposto d’imperio dai Comuni di Carpi, Novi di Modena, Soliera, Campogalliano, Bastiglia e Bomporto con l’apporto determinante di Hera e della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, poiché per la prima volta il CdA in scadenza è stato eletto senza Patto di sindacato e Patti parasociali, inspiegabilmente (?) non rinnovati. Una situazione che ha consentito di votare non con il metodo “un Comune un voto”- metodo garantito dal Patto di sindacato e che tutelava il controllo pubblico della società- ma utilizzando il peso delle azioni. Con il voto azionario 6 Comuni, che detengono complessivamente il 35,16% delle azioni, contro 15, aiutati dal fondamentale apporto azionario di Hera (25%) e della Fondazione di Carpi (7,5%) hanno potuto imporre il proprio CdA dove siede comodamente un rappresentante di HERA. Una diretta e nefasta conseguenza di questo nuovo assetto, con il socio privato in CdA e senza Patto di sindacato, come segnalato dai sindaci della Bassa modenese nelle varie assemblee pubbliche sul tema, sarà l’impossibilità di AIMAG di ottenere l’affidamento diretto (gara a doppio oggetto) del servizio rifiuti e del servizio idrico integrato quando, tra pochi anni, l’affidamento scadrà; ciò implica che AIMAG sarà costretta a partecipare a una gara “tradizionale” che non è dato sapere come andrà.
Questo blitz, nato in seno al Partito democratico, che ha di fatto posto la multiutility sotto il controllo di Hera, rischia di compromettere il futuro di un’azienda solida che offre servizi di qualità, a costi tra i più bassi dell’Emilia-Romagna e che ha importanti ricadute economiche su tutto il territorio della Bassa, e con essa le sue lavoratrici e lavoratori che sono coloro che nell’immediato rischiano di più, ma soprattutto minaccia i diritti delle cittadine e dei cittadini poiché AIMAG gestisce servizi che hanno a che fare con beni comuni indispensabili quali acqua, energia e ambiente. Questo ricorso è una buona notizia, un primo passo, speriamo, verso il ripristino del pieno controllo pubblico di AIMAG, e non vorremmo che, come ripicca, chi ora detiene la maggioranza nell’assemblea dei soci ritardasse la distribuzione dei dividendi 2022 ai comuni compromettendo la tenuta stessa dei bilanci comunali. Crediamo sia fondamentale coinvolgere quante più cittadine e cittadini in questa lotta per tornare a una gestione dei servizi che abbia come fine l’interesse pubblico e l’attenzione all’ambiente e non logiche private di speculazione. Urge, inoltre, riconoscere il fallimento del modello neoliberista, di cui il Partito Democratico è stato il più grande sostenitore, che ha portato anni fa a trasformare le aziende municipalizzate in SPA consentendo poi la vendita di azioni a privati e la quotazione in borsa, che ha “messo a gara” e sottoposto alle logiche del mercato i beni comuni, permettendo così la “svendita” di un patrimonio pubblico costruito con il sapere del pubblico e con il denaro della collettività".
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