Medolla, lo sciopero delle maestre contro la privatizzazione dei nidi sfila in città: “Non ci arrendiamo, la lotta continua”
Di Marcello Benassi
MEDOLLA - "Fuori! Fuori! Fuori!". E' un coro unanime, quello che si leva, nella mattinata di giovedì 16 giugno, di fronte al municipio, all'indirizzo del numero uno di Ucman Alberto Calciolari. A intonare lo slogan, diverse decine di maestre (una quarantina, almeno), mobilitatesi per dire un'altra volta no alla risoluzione circa la privatizzazione degli asili nido. Fischietti, striscioni, bandiere della Cgil, le ormai iconiche magliette nere corredate dal necrologio appeso al collo: al drappello di educatrici, non manca proprio nulla per far rimbombare la propria protesta, declinata in una giornata di sciopero e mobilitazione. Tanti volti, tante storie, ma soprattutto la speranza di capovolgere le decisioni assunte dalla politica: a confondersi nel piazzale del municipio, maestre di lungo corso ("abbiamo il contratto a tempo indeterminato, ma siamo qua per le nostre colleghe più giovani, che si vedranno private del posto di lavoro", commentano numerose), precarie storiche ("quattordici anni di precariato e, ad oggi, nessuna garanzia") ed educatrici alle prime armi, desiderose d'intraprendere la carriera per la quale hanno ottenuto la laurea.
"Oggi scioperiamo per chiedere che il modello pubblico di gestione dei nidi d'infanzia, non sia cestinato", afferma Veronica Marchesini, responsabile della vertenza per Fp Cgil, "dato che è sempre stato garanzia di qualità. La mobilitazione di oggi è l'extrema ratio rispetto a una politica sorda, che trincera dietro presunti cavilli legislativi, la propria volontà di smantellare quanto finora ha funzionato". Per la sindacalista, nessuna frattura fra la Cgil e le lavoratrici, come era stato ventilato nei giorni scorsi: "Siamo freschi di elezioni delle RSU, dove abbiamo ottenuto dieci rappresentanti su dodici. Non siamo una sigla narcisista, i lavoratori lo sanno e per questo ci accordano fiducia". Una posizione ribadita dalla RSU del nido mirandolese "Il Paese dei Balocchi", Mariangela Gemma: "Non è solo Forza Italia ad appoggiarci, stiamo ricevendo la solidarietà di molti esponenti politici. Ma della politica, non bisogna fidarsi: c'è sempre la caccia ai voti, laddove il sindacato agisce senza questa preoccupazione". La maestra ha poi spiegato come il sostegno dei genitori risulti fondamentale per la prosecuzione della lotta: "Oggi i nidi sono chiusi, data la grande adesione allo sciopero. Ma Ucman, al fine di rabbonire le famiglie, ha promesso due mesi gratuiti di servizio e il centro estivo fino a luglio. Mamme e papà conoscono, in ogni caso, il valore dell'istruzione pubblica".
Dal piazzale del municipio, le manifestanti hanno poi sfilato nel cuore di Medolla, passando per la piazza, il mercato e il nido "Panda", dove le maestre le hanno accolte con fischietti e applausi. "Il nostro asilo resta in Asp, ma siamo solidali con le colleghe", afferma un'educatrice, "io per esempio sono precaria e aspetto un bambino, capisco e condivido le ragioni della protesta".
Al momento, nessuna replica da parte delle istituzioni, ma il personale dei nidi è pronto a ulteriori mobilitazioni. "Continueremo a condurre questa battaglia, le privatizzazioni non devono passare", commentano da più parti le manifestanti.
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