Nonantola, due anni fa l’alluvione causata dalla rottura di un tratto dell’argine del Panaro
NONANTOLA - Due anni sono passati dal 6 dicembre 2020, giorno dell'alluvione, seguita alla rottura di un tratto dell'argine del fiume Panaro, che colpì in particolare la città di Nonantola. La sindaca Federica Nannetti, attraverso un post pubblicato sui social, ha ricordato quei momenti:
Attraverso i propri canali social, anche il Consorzio della Bonifica Burana ha ricordato così quei momenti:
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"A due anni dalla rotta del Panaro, avvenuta in territorio di Castelfranco Emilia, oggi vogliamo dare ai cittadini un piccolo resoconto di quanto effettuato ad oggi, sia per quanto riguarda la sicurezza idraulica che sullo stato d'avanzamento delle richieste di rimborso per i danni subiti da tanti nonantolani.Quando parliamo di interventi per la prevenzione di eventi calamitosi legati ai corsi fluviali, dobbiamo sempre considerare l'intero sistema idraulico (il nodo idraulico modenese è uno dei più complessi dell'intero territorio nazionale) che comporta certamente avere argini solidi, ma anche stimare la possibilità di controllare e contenere in modo sicuro il deflusso delle acque.Per questo il 15 novembre scorso, insieme ad altri sindaci e assessori del bacino del Panaro, abbiamo presenziato al sopralluogo organizzato dall'Assessora Priolo con i tecnici di Aipo e della protezione civile regionale che ci hanno illustrato gli interventi finanziati e realizzati nell'ultimo periodo per la messa in sicurezza dell'intero tratto del fiume Panaro. In particolare in via Tronco, dopo gli interventi effettuati in emergenza per la chiusura della falla che ha generato l'alluvione del 2020, l'argine è stato progressivamente rinforzato allargandone la base e, oltre ai massi ciclopici, sono state inserite palanche e, infine, terreno non permeabile.Oltre al rinforzo arginale, sono state ottimizzate anche le rampe di accesso alla loro sommità, dove è stata ampliata la pista per il transito dei mezzi in caso di emergenza, ma anche per agevolare i controlli periodici eseguiti con il prezioso aiuto delle nostre associazioni di volontari di protezione civile a cui va un grazie di cuore per quanto fatto in quei "giorni di fango" di due anni fa, ma anche per la loro presenza costante durante tutto l'anno.Per quanto invece riguarda i rimborsi, ad oggi sono state istruite le pratiche relative all'80% delle domande presentate: l'obiettivo è quello di completare le istruttorie nelle prossime settimane. Una volta terminata l'assegnazione e la successiva liquidazione delle risorse destinate ai rimborsi per i danni, è importante ricordare che ciò che resterà in termini di milioni di euro rimarrà a disposizione del territorio per interventi di messa in sicurezza del tratto arginale Panaro e, più in generale, del nodo idraulico modenese.Quest'ultima cosa è particolarmente importante non solo per Nonantola , ma per tutte le comunità che come la nostra sono nate e si sono sviluppate vicino al corso del fiume: perchè se niente e nessuno potrà cancellare la paura, lo sgomento, l'amarezza e le tante lacrime che hanno dominato i sentimenti di tanti di noi in quei giorni di dicembre 2020 (nè tantomeno la rabbia e la frustrazione che ancora oggi si sente spesso vibrare nella voce di chi in quei giorni ha visto l'acqua e il fango entrare nell'intimità della propria casa e impossessarsi delle proprie cose), quello che oggi possiamo fare è continuare a lavorare come istituzioni, anche in silenzio, ma pur sempre alacremente, perchè eventi come quello che ci ha colpiti due anni fa in modo così drammatico, non succedano mai più".
"Ci sono anniversari che non si dimenticano. Due anni fa, la mattina del 6 dicembre, un tratto dell'argine destro del fiume Panaro tra Gaggio e Bagazzano (tra Castelfranco Emilia e Nonantola), crollò. I tecnici del Burana furono chiamati in affiancamento all'Agenzia Interregionale per il fiume Po #AIPO (Ente che gestisce i fiumi tra cui il Panaro) e Protezione Civile per la gestione dell'emergenza e per il monitoraggio dei punti critici nel territorio. Diversi cantieri in corso in quei giorni vennero travolti, la forza dell’acqua trascinò con sé di tutto: il Consorzio registrò oltre 2 milioni e quattrocentomila euro di danni alla rete dei canali di bonifica. Grazie a diverse manovre idrauliche, quasi 15 milioni di metri cubi di acqua (tra pompaggi e gravità) vennero reindirizzati nuovamente in Panaro verso il territorio più basso del comprensorio. Tali operazioni risultarono fondamentali per allontanare le acque il più rapidamente possibile e salvare altri centri dall’allagamento".
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