Barcaiuolo (Fdi): “Stanziati 210 milioni nel 2014 e in 24 ore il sistema idraulico è di nuovo in ginocchio”
Il consigliere modenese di Fratelli d'Italia chiede chiarezza alla Regione sull'impiego dei fondi nazionali per la messa in sicurezza di Secchia e Panaro: "Alle esondazioni segue ciclicamente una pioggia di denaro, eppure gli interventi sugli argini vengono fatti a macchia di leopardo e ogni volta siamo da capo":
"Come sono stati impiegati i 210 milioni di euro stanziati dal governo dopo l'alluvione del 2014, se dopo solo sei anni, una pioggia di 24 ore ha messo nuovamente in ginocchio il sistema idraulico modenese?" All'indomani dell'esondazione del Panaro e della piena del Secchia che hanno messo in ginocchio la provincia di Modena, Michele Barcaiuolo di Fratelli d'Italia con un'interrogazione chiede alla Regione chiarezza sugli interventi di manutenzione effettuati su argini e casse di espansione: "Vogliamo sapere se gli interventi di manutenzione e adeguamento, avvenuti sempre a macchia di leopardo, a favore della casse di espansione di Secchia e Panaro, fossero prima dell’esondazione terminati e collaudati e ritenuti conformi o se i lavori fossero ancora da ultimare". Le casse di espansione di Secchia e Panaro, spiega il consigliere modenese- hanno raggiunto i livelli massimi, raccogliendo milioni di metri cubi d'acqua e gli interventi da poco realizzati "stanno indubbiamente contribuendo alla gestione dell’evento". Tuttavia sarebbero ancora in corso verifiche per capire se in tutte le sezioni sia garantito un franco di sicurezza o ci possano essere problemi di tracimazioni. Per Barcaiuolo a mettere a dura prova il sistema idraulico sarebbero diversi fattori: una serie di coincidenze climatiche estreme (piogge intense che si susseguono a lunghi periodi di siccità) anche causate dai cambiamenti climatici, attività di taglio legna e diradamento boschi, il consumo e l’impermeabilizzazione del suolo, la regimentazione delle acque. "Ma sulle montagne ha inciso anche il progressivo spopolamento e l’abbandono che ha portato all’incuria dei territori", spiega il consigliere di destra. "Per non parlare delle erosioni degli argini, oltre che le sponde insufficienti. Fenomeni causati soprattutto dalle intense attività estrattive che l’uomo ha condotto per decenni lungo i fiumi per produrre materiali inerti per l’edilizia." Per questo Barcaiuolo chiede alla Giunta di sapere come Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) valuti le altezze degli argini dei nostri fiumi, a fronte di un parere negativo che nel 2014 aveva portato la stessa Agenzia interregionale per il fiume Po ad avviare una serie di lavori di adeguamento sugli argini di Secchia e Panaro. "Nel corso degli anni, il territorio modenese ha dovuto fare i conti varie volte con la violenza dell'acqua. Ai danni dell'alluvione e spesso seguito una pioggia di miliardi di lire prima di milioni di euro poi. Ma come sono stati spesi effettivamente i 210 milioni di euro stanziati dal Governo per la messa in sicurezza del nodo idraulico modenese dopo l'ultima alluvione?".
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